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Armi, Rete pace: l’export Italia sfiora i 4 miliardi

Sembra proprio che i paradossi piacciano o che comunque non si impari mai!

È risaputo l’esempio del gioco d’azzardo: lo stato è consapevole del danno che crea a centinaia di persone e famiglie ma ne è complice (con la scusa del gettito che procura) nel promuoverlo e diffonderlo.

Meno risaputo è, invece, l’esempio del commercio delle armi: nell’annuale relazione governativa al Parlamento sull’export di armamenti anche quest’anno si conferma che la produzione militare italiana non riguarda, sostanzialmente, la difesa e la sicurezza del nostro Paese (o dell’Europa), ma risponde sempre più a logiche di profitto delle aziende produttrici di armamenti, soprattutto quelle a controllo statale.

Paradosso, dunque, tra il dichiarare di “ripudiare la guerra” e il sostenerla in virtù del profitto.

Paradosso soprattutto quando si scopre che il miglior “cliente” a cui vendiamo armi è l’Egitto (€ 991,2 milioni all’anno e per il secondo anno di fila!). Lo stesso Egitto che non collabora nei casi Regeni e Zaki. Che ci siano nessi?

In allegato un articolo al riguardo, buona lettura.

>> Leggi l’articolo | RS 28 aprile 2021